sabato 15 ottobre 2011

I fatti di Roma

Oggi da una delle voci della webradio mi é arrivata la domanda su cosa dovessimo fare. Continuare con la normale programmazione o interromperla e indignarci a nostra volta?
Certo, la gravità di quanto accaduto nelle strade e nelle piazze della Capitale non mi lascia indifferente e non può essere ignorata. E' un fatto, una vergogna, una tragedia. Feriti tra i rappresentanti di ogni fronte, danni materiali e una profonda tristezza non si lavano via con il vecchio ritornello dello spettacolo che deve continuare.
Ma per natura detesto le definizioni e da qualche giorno, di cui oggi é l'apice, anche l'indignazione é diventata una definizione, una parola di cui tanti si sono riempiti la bocca.
Credo che ciò che conta sia solo ed esclusivamente ciò che c'é dietro, nel mondo e in Italia; ritengo sia evidente che ciò che conta e spaventa é la negativa eccezionalità di quanto é accaduto a Roma e non altrove.
La crisi é globale é vero, é un fenomeno oramai universale ma in questa globalità la violenza inaudita esplosa a Piazza S. Giovanni, i sampietrini strappati dalla strada e lanciati dalle mani di ragazzi sono un fatto particolare, preciso, accaduto in un luogo specifico.
E come potrei essere indifferente? Come potrei non sentirmi intimamente indignato?
Ma come responsabile di Radio Libriamoci Web, come voce dell'emittente, come persona che di settimana in settimana raccoglie i contributi di alto contenuto sociale prodotti da Davide Pelanda e Lucia Capparrucci, quelli di Laura Lorenza Sciolla che trova nella letteratura classica una chiave di lettura per l'attualità, le pagine sfogliate al riparo di interessi commerciali da Adelaide Spallino e tutti gli altri contributi che fanno della webradio un canale libero, indipendente e per sua natura incline all'indignazione di fronte allo scempio di moralità che sta massacrando la credibilità politica ed economica del Paese, beh io ritengo che il nostro compito é continuare ad esserci, rivendicare la nostra autonomia e fede nella libertà di espressione sancita dalla Costituzione. Quindi continuiamo con la programmazione che abbiamo preparato per oggi e per la settimana che sta arrivando.
In questo momento ogni scelta diversa dal consueto é suscettibile di strumentalizzazione. Lo sarebbe anche il nostro silenzio.
E concludo con un pensiero per chi oggi si é fatto male perchè colpito o se ne é fatto perchè ha colpito. La protesta era già in atto. Peccato averla sporcata con i sassi e con il fuoco.

Dario Albertini

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